venerdì 22 febbraio 2008
molly bloom "maschere"
Normalità, divine mie, come se riuscire ad esserlo, sia come somigliare ad un mutante, “un termine che fa riferimento a personaggi comparsi prima nei racconti di fantascienza e nei fumetti, poi nei film ed oggi nella realtà di tutti i giorni, creature mostruose o più semplicemente esseri viventi antropomorfi, che grazie a delle mutazioni incidentali o create appositamente nel proprio DNA, assumono delle caratteristiche diverse da quelle degli individui “normali” tutto questo mi fa pensare alla mia carissima amica Katuscia, lei così all’esterno della sua maschera vuole che la si chiami, proprio cosi mie care , lei la squinzia, sostiene che fa molto ragazza dell’est… e le permette di vivere la sua normalità, celando la dolce ed ignara fanciulla che dentro di lei. “e ci crede soolo lei”, già perché riuscire ad essere reali nella propria quotidianità di un falso costruito ad Doc “inteso come un disturbo ossessivo e compulsivo” di ciò che si mostra agli occhi altrui dipingendosi addosso come fosse un vestito ciò che gli altri vedono di noi, perché mie care a seconda della situazione dobbiamo sempre metterci una maschera o abito che sia per poterci adeguare alle situazioni che ci mutano attorno;brave ragazze immacolate agli occhi del papà una sorta di Lara Croft in “Tomb Raider” quando andiamo per strada o meglio ancora delle velate ballerine del Moulin Rouge in versione decisamente porca ma solo dopo le 23.00”…
Con tutti questi abiti che ci dobbiamo mettere ci servirebbe un monolocale dentro di noi che si crede un attico di Beverly Hills, e chi glie la più… sconcertata come non mai mi ritirerò nel mio Harem che per oggi ne ho dette abbastanza …
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